giovedì 8 marzo 2012

Le Verità Nascoste



Il rifiuto, il non essere accettati o la stessa ipotetica diversità rispetto all’apparente normalità degli altri rappresenta  la nostra paura più primordiale che ci porta spesso a comportamenti che snaturano quella che è la nostra vera libertà e personalità.
Viviamo un isolamento interiore e un senso di colpa verso noi stessi per il semplice motivo che ci teniamo dentro le cose e non ci apriamo completamente. Questo perché siamo coscienti che raccontare la verità, accettata o meno, porta allo scontro, all’allontanamento e all’isolamento.
Nel rapporto di coppia vogliamo a tutti i costi conservare la nostra autonomia d’individui pensanti e con libertà di agire e muoverci, quasi egoisticamente pensando solo a quello che è giusto per noi stessi. È sacrosanto non snaturare se stessi e conservare la propria autonomia, ma è altrettanto giusto condividere gli avvenimenti che ci accomunano e le scelte che si fanno. L’unione è proprio sinonimo di responsabilità reciproca e non individuale. Raccontarsi e aprirsi anche con il rischio di non essere compresi è fondamentale. Non si deve avere paura di esprimere i propri sentimenti, pensieri ed opinioni. Gli "scheletri" nascosti nell’armadio non fanno vivere sereni, è meglio tirarli fuori prima e non quando è troppo tardi, altrimenti si vivere nella continua menzogna, portando l’intero rapporto in una consapevole farsa che nel tempo può portare solo alla sfiducia e alla sua distruzione. L’apertura totale e la chiarezza fin dall’inizio porta al sano rapporto di coppia e alla libertà di essere se stessi senza individualismo estremo ma partecipazione e condivisione della vita.
Nel mondo del lavoro le cose cambiano, l’intero rapporto si basa sulla fiducia professionale e sola in alcuni casi anche personale. Il raccontare ciò che non è strettamente personale è concesso solo ai colleghi con più affinità caratteriale e comunque ci si apre entro certi limiti. Vi è sempre una soglia che divide la sfera più personale con quella professionale.
Tra amici entrano in gioco meccanismi più antichi, che fanno parte del nostro passato e della libertà incontrastata di noi stessi. Non ci sono legami tali da impedire di esprimere le nostre scelte di vita o da costringerci a nascondere verità mai espresse. Nei rapporti veri di amicizia, quella forte, leale e duratura nel tempo, le motivazioni che portano alle verità nascoste vengono a decadere. In tali rapporti, proprio perché sono storici, riusciamo a essere noi stessi, perché ormai abbiamo ben poco da nascondere. E poi il/la vero/a amico/a è da sempre la nostra scelta naturale come confidente.
La differenza tra l’amico/a è il/la compagno/a di vita (moglie/marito....) è molto sottile ma fondamentale. L’amico è la spensieratezza di un momento o di una situazione e, in alcuni casi, anche valvola di sfogo di eventuali problemi/discussioni con il proprio partner. Il/la compagno/a oltre ad essere confidente assoluto, dalle cose più banali a quelle più intime,  è anche colui/lei che attraverso scelte condivise, che solo loro conoscono, pianificano il proprio futuro senza condizionamenti dall’esterno, amici compresi.
…..le verità nascoste sono sempre un danno prima per se stessi e poi per i rapporti con glia altri.....

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